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2011 - Racconto
Campo di Grano

GDS Edizioni

Sole, cielo azzurro, la corsa di alcuni ragazzi tra l'oro di un campo di grano. Ma la loro non è una corsa spensierata; è una corsa per la sopravvivenza.

Qualcosa si muove tra il grano alto, ringhia, mastica, e...

Un incubo a cielo aperto, dal quale sarà difficile uscire indenni.

 

Il racconto si trova all'interno dell'antologia "Diffusione Autori"


GDS Edizioni

 

 

 

 

Estratti dal racconto: IN ARRIVO

 

 

Dalla Prefazione di Giuseppe Palma:

A differenza della Poesia, la Narrativa segue canali differenti, sia dal punto di vista dell’impostazione artistica sia dal punto di vista distributivo. Il nostro è il Paese della Parola; tralasciando i classici, che ancor oggi godono di parecchia attualità, già dal 1300 con l’avvento del Boccaccio e del romanzo amoroso, la prosa è diventata una delle punte di diamante delle bellezze artistiche italiane. La lingua italiana, del resto, è sì nata con Dante Alighieri, ma ha goduto di una sua consacrazione nazionale solo nella seconda metà del 1800 tramite il preziosissimo e decisivo contributo offertoci dalla penna di Alessandro Manzoni, un esempio su tutti I Promessi Sposi. Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia si può facilmente comprendere quale importanza abbia avuto l’unificazione linguistica nel difficile e sanguinoso percorso di conciliazione nazionale a seguito dell’annessione di tutti gli staterelli italiani da parte del regno sabaudo. Il 25 marzo 1861, in un suo ormai famosissimo discorso alla Camera dei deputati a Torino, Camillo Benso conte di Cavour dichiarò l’assoluta importanza di avere Roma quale città capitale dello Stato unitario ed una sola lingua, l’italiano, comune all’intera penisola; diversamente, secondo il lungimirante pensiero del conte, l’Unità d’Italia non si sarebbe mai compiutamente realizzata. Se si pensa che durante la prima guerra mondiale i soldati calabresi, campani, pugliesi, siculi e lucani non parlavano una sola parola di italiano, al pari dei soldati piemontesi, lombardi, veneti, liguri ed emiliani, diventa facile comprendere quanto sia stato difficile realizzare il progetto di Cavour. Solo con l’avvento della televisione e con l’istruzione di base obbligatoria si è raggiunto l’obiettivo dell’unicità linguistica, e fattore determinante è rappresentato dalla moltitudine del panorama narrativo del secolo scorso.
La prosa, che secondo me è più complessa della poesia, oltre a dover trascinare il lettore nel pensiero e nelle immagini costruite dall’autore, deve anch’essa rispettare le basilari regole della grammatica, altrimenti si finisce per fare dei passi indietro rispetto agli insegnamenti del passato.
Ciò premesso sono lieto di consigliarVi la lettura del presento tomo, scritto soprattutto da ragazzi provenienti da tutte le parti d’Italia e che dimostrano, a distanza di centocinquant’anni dall’unificazione nazionale, come calabresi e piemontesi scrivono e parlano finalmente la stessa lingua.
Un caro saluto a tutti!